Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XV – 17 giugno 2017.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Negli arti superiori nuovo segno di alterazione del passo nella sclerosi multipla. Le alterazioni del passo nella sclerosi multipla sono state approfonditamente studiate, ma finora non sono stati analizzati i movimenti di accompagnamento degli arti superiori durante la deambulazione. Uno studio svizzero ha osservato, in 52 pazienti di età compresa fra i 30 e i 49 anni affetti da sclerosi multipla recidivante-remittente con basso grado di disabilità, le oscillazioni di braccio e avambraccio in prove standard di locomozione. È risultato un aumento della flessione media del gomito e una ridotta ampiezza (ROM) della flesso-estensione dell’articolazione del gomito, secondo una modalità che configura un tratto caratteristico. Questo pattern di movimento può considerarsi una componente del disturbo del passo, da includere nell’esame neurologico del paziente affetto da sclerosi multipla. La sua origine, ancora da definire, potrebbe riflettere difetti minimi della funzione motoria o l’attività di meccanismi di compenso. [Cfr. Elsworth-Edelsten C., et al. Hum Mov Sci. 54: 248-252, 2017].

 

Lo sguardo e l’espressione emozionale influenzano la memoria dei volti. Uno studio che ha valutato le risposte di volontari sani, confrontandole con quelle di pazienti affetti da epilessia del lobo temporale mediale (MTLE), ha rilevato che la direzione dello sguardo e l’espressione di emozioni attraverso la mimica facciale può notevolmente influenzare la memorizzazione di volti. In particolare, nei volontari sani si è registrata una capacità notevolmente maggiore di memorizzare visi esprimenti paura o rabbia. Lo studio, che conferma quanto emerso da precedenti ricerche, ha anche dimostrato che l’elaborazione delle espressioni emotive è diversa nei pazienti con MTLE. [Cfr. Okruszek Ł., et al. Epilepsy Behav. 72: 35-38, 2017].

 

Comportamenti equivalenti all’ansia per difetto di testosterone in ratti maschi anziani. Le differenze fra i due sessi nella prevalenza dei disturbi affettivi e d’ansia sono state prevalentemente attribuite a differenze di regime degli ormoni steroidi sessuali. Gli effetti di deficit ormonali di breve termine sul comportamento e, in particolare, sugli equivalenti dell’ansia umana sono stati prevalentemente studiati su esemplari di adulti giovani di ratti e topi. Un nuovo studio di Domonokos e colleghi ha indagato in ratti anziani le differenze sessuali nel comportamento equivalente ai sintomi dei disturbi d’ansia. I risultati confermano le differenze rilevate nei giovani e dimostrano una connessione fra i disturbi dei maschi e la ridotta produzione di androgeni. Tuttavia, né l’iniezione singola di testosterone o estradiolo, né due settimane di trattamento con estradiolo in ratti maschi anziani gonadectomizzati hanno mostrato effetti terapeutici sugli equivalenti dell’ansia. Ulteriori studi dovranno valutare l’efficacia di una somministrazione di ormoni a lungo termine.  [Domonkos E., et al. Horm Behav. doi: 10.1016/j.yhbeh.2017.05.019, 2017].

 

Gli eventi inaspettati perturbano la nostra working memory (WM) visuo-motoria. Un banale evento inaspettato come il suono improvviso e insistente di un clacson, mentre siamo in auto nel traffico, è in grado di interrompere il flusso dei nostri pensieri, ma cosa accada esattamente nel nostro cervello non è ancora noto. In passato sono stati riprodotti eventi di disturbo per prove di memoria verbale, ora, uno studio che è riuscito a riprodurre in condizioni di laboratorio eventi uditivi inattesi durante compiti di working memory (WM o memoria di funzionamento) visuo-motoria, ha rilevato che tale disturbo riduce la quantità degli elementi memorizzati, non necessariamente compromettendo la qualità della registrazione. La compromissione della WM visuomotoria è apparsa notevole e protratta più di quella verbale studiata in precedenza. L’effetto di riduzione della memoria si accompagnava ad un accresciuto guessing, coerentemente con la teoria neuroscientifica secondo cui gli eventi inattesi “cancellano” la WM, mediante l’interruzione dei processi necessari a mantenere la traccia corrente di quanto si sta memorizzando. [Finzi R. D., et al. Psychon Bull Rev. June 2, 2017].

 

Fantasiose credenze arcaiche sull’epilessia sopravvivono in Svezia e Norvegia. La civilissima Scandinavia, che ha dato notevoli contribuiti allo sviluppo delle scienze neurologiche ed è sede dei prestigiosi istituti che conferiscono il Premio Nobel, per molti secoli ha visto il fiorire di credenze sull’epilessia, considerata una condizione misteriosa non riconducibile ad uno stato di malattia. Costruzioni fantasiose e immaginifiche, trasmesse in forma mitica, hanno avuto il ruolo di spiegazioni popolari delle cause, per lo più basate su credenze arcaiche e forme di pensiero magico.

Una di tali credenze vuole che l’epilessia sia causata da persone invisibili, nascoste nei boschi e sulle montagne. L’adagio popolare vuole che per evitare di ammalarsi bisogna fare attenzione a non disturbare queste creature misteriose. Un “principio di trattamento”, comunemente usato in passato, consisteva nel riportare la malattia al terreno della sua origine, o farla passare attraverso un foro o un’apertura presente in natura. Rimane più difficile da comprendere perché si attribuissero proprietà antiepilettiche al sangue fresco dei criminali. [Tuft M., et al., Epilepsy Behav. June 1, 2017].

 

Scoperti nella malaria cerebrale distinti processi patogenetici in parti diverse del cervello. Uno studio condotto con uno scanner MRI più potente di quelli usati finora ha rivelato immagini che non solo confermano entrambe le teorie patogenetiche del danno espresso dal rigonfiamento cerebrale, ma ha anche rilevato per la prima volta lesioni causate dai due diversi processi nello stesso cervello. Sia la disfunzione endoteliale sia l’ostruzione microvascolare causata dagli eritrociti infettati da Plasmodium falciparum sono confermate dal contemporaneo rilievo di lesioni compatibili con i due processi. [mSphere 2 (3) pii: e00193-17, Jun 7, 2017].

 

Curioso risultato nella validazione della Sexual Sensation Seeking Scale (SSSS) in campioni spagnoli. Santo-Iglesias e colleghi hanno condotto due studi indipendenti su campioni spagnoli per validare la scala. Sebbene per alcuni aspetti la SSSS sia apparsa valida, rilevando che i livelli più alti di ricerca di sensazioni erotiche erano associati a comportamenti rischiosi e peggiore salute sessuale, la coerenza interna e l’affidabilità complessiva sono risultate veramente scarse. La SSSS dovrà essere rivista e adattata per le persone di lingua spagnola. [J Pers Assess. Jun 8: 1-10, 2017].

 

La straordinaria separazione delle memorie visive nel cervello aviario. L’imprinting scoperto da Konrad Lorenz quale memoria precoce del riconoscimento della madre da parte dei piccoli anatroccoli, si basa sulla percezione visiva. Nel cervello degli uccelli, mancando una grande connessione interemisferica come il corpo calloso, tipico dei mammiferi, l’elaborazione percettiva dei due occhi è in gran parte separata. Circa due anni fa, Martinho e Kacelnik hanno eseguito i primi esperimenti per verificare se, coprendo un occhio, la formazione dell’imago cerebrale della mamma anatra si formasse nei piccoli attraverso l’occhio scoperto in un solo emisfero. Lo studio, condotto su 64 anatroccoli, ha dimostrato che, coprendo poi l’occhio che aveva consentito la formazione  dell’imprinting, gli anatroccoli non riconoscevano più l’anatra-madre. I vantaggi evolutivi derivanti dall’avere questa separazione fra i due emisferi non sono intuitivi e a molti sfuggono. La discussione ha portato Jason G. Goldman ad interpellare Giorgio Vallortigara dell’Università di Trento [Scientific American 316 (4): 14, 2017] che ha suggerito, quale vantaggio della separazione, la specializzazione di ciascun emisfero per un particolare repertorio di memorie.

Martinho dell’Università di Oxford ha invece posto l’accento sulla difficoltà di avere  due flussi separati di informazione: una condizione funzionale che richiede uno straordinario sforzo di adattamento comportamentale e – aggiungiamo noi – di sintesi conoscitiva a fini decisionali. In effetti, ci troviamo di fronte ad un cervello meno evoluto di quello dei mammiferi in cui la specializzazione funzionale esecutiva dei compiti legati ad esigenze elementari di sopravvivenza, come quella del riconoscimento del cibo, prevale sulla necessità di avere una sintesi continua di tutti i dati provenienti dai due emisferi per decisioni meno automatiche e più prossime ad astrazioni concettuali. La ricerca prosegue.

 

Notule

BM&L-17 giugno 2017

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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